08 gennaio 2008

PENSIERO DEL CUORE


Bisogna depurare il linguaggio da tutte le sovrastrutture,

fare il vuoto attorno ad esso,

anche e soprattutto a partire da questo luogo,

"Terra di Hurqalya"che è atopos,

ri/cominciare a raccontare,

re/imparare a vedere le cose come se fosse la prima volta,

mantenersi nomadi per avere un contatto emozionale con il tutto.

L'industria culturale surroga i sentimenti,

li traspone ad un livello che non ci appartiene

per il quale proviamo vere emozioni,

il bambino malnutrito in televisione ci commuove,

se lo vediamo immerso nel reale ci infastidisce.

Logos - phisis - soma con apertura mentale a 360°,

sapendo che non esiste una prospettiva univoca,

un disegno da seguire,

che siamo al crocevia,

il luogo estremo,

il luogo delle scelte,

e un "trickster",

uno spiritello maldestro ci devia,

ci ammalia.

Dobbiamo inseguire l'eccedenza di senso,

il senso N/esimo,

dove il vissuto si stratifica,

prende spessore,

si incarna in una visione del mondo,

legata, empatetica.

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