11 gennaio 2008

POVERA ITALIA


Italia, in emergenza, da lungo tempo ormai,
ma l’emergenza è per definizione transitoria,
non regola,
l’Italia dimostra, ancora,
se ce ne fosse bisogno,
di non possedere le chiavi d’accesso alla sua terra ed al suo cielo,
la precarietà è diventata l'unica ratio.
"Vortica, turbina.. senza fermarsi a ripensar se stessa e il mondo",
L’Italia s’è persa.
S'attaglia ai tempi odierni quel “ nave senza nocchiero in gran tempesta”,
dimostrazione che la profondità del tempo,
descrivendo traiettorie da e verso l’infinito, è apparente…
tutto torna, si ripete sotto altre forme..
oggi, come ieri,
siamo ancora alla ricerca di una luce che illumini l'orizzonte..
di senso.

Intanto …di sera, le immagini della tv plagiano e formano le coscienze,
radicando stereotipi di finto benessere…(ancora per poco)..
La nostra Repubblica parolaia e facilona si autorappresenta,
si rigenera nella retorica e si sostanzia nel rotocal/varietà serale,
qui Politici, Opinion Leader, Saltimbanchi, Vallette e Clown..
allegramente imbellettati, come figuranti del circo mediatico,
starnazzano coi loro volti finti, artefatti dal cerone,
in quei volti, provate a vedere, cercate, sforzatevi di vedere … un segno,
un seppur minimo barlume di umanità, di pathos,
che sarebbe il minimo, vista la precarietà dei tempi,
si vedrà solo una saccente arroganza, dicono che sia l’habitus del potere
e si sentirà pure in lontananza ormai, il vuoto pneumatico del loro quotidiano blaterare, il loro dire… che il pil sale…che le percentuali crescono, s’impennano, s’abbassano, planano, perchè il 23 per cento sta bene se c’è un buon 5% per cento che compra biscotti friabili,
e così seguitando…
il risultato di tutto questo è...purtroppo che stiamo rincoglionendo dietro vagonate di numeri e di ilazioni….senza costrutto nè senso.
Cosa accade, poi,
se in Italia uno si accorge di essere fuori luogo,
un Signore,
che solo per comodità definiamo tale,
si accorge della sua inadeguatezza,
che secondo lui è propria dei nostri tristi tempi,
inadeguatezza che vuol dire radicale incapacità di essere aderente al flusso del tempo e degli accadimenti, cosa fa nel preciso momento che prende coscienza di ciò:
nulla – di primo acchito - poi tace, perche il silenzio può trasmettere una sensazione di nulla più corposo, può nascondere una capacità di riflessione profonda, un pensiero.
Nel caso in ispecie nulla è proprio niente di tutto questo, si trasmette solo l'opportunità calcolante di non aggiungere altro all'ignominia.
Dopo un pò di tempo, per prassi consolidata dopo essersi lasciato sommergere dalla merda montante così come dalla spazzatura, tanto è uguale, prova a mascherare il senso del ridicolo, glissando, tergiversando, trincerandosi dietro i non so, non saprei, i forse, non c’ero e se c’ero ero assente, dietro il paravento delle eventualità imponderabili, delle mafie, degli ecomostri, dei teppisti, dei complotti, delle suocere, del senso dello stato, delle varie ed eventuali…insomma dietro una caterva enorme di scuse, di luoghi comuni, di trivialità varie.
Tutto ciò, è seguito di lì a poco da una lacerante quanto impietosa autoanalisi che tra il mistico ed il razionale, sfocia in un attimo di lucidità, solo un attimo, l'attimo del "mi faccio da parte", poi cadendo nuovamente in uno stato semiconfusionale, assorto in tristi pensieri, sensatamente, assennatamente, ed anche perchè no, doverosamente si autopensa, cioè pensa se stesso come un derelitto, e pensandosi non può obliare, come potrebbe farlo, la famiglia, i figli, le moto, le macchine, la barchetta, le case etc etc etc che ha sul groppone....e così per spirito di corpo, di salvaguardia, per istinto, come prima più di prima continua a vivacchiare, rilassatamente, assennatamente, in compagnia del tempo che cancella le colpe, con le spalle ben coperte, nella certezza, che diventa sicurezza dell’impunità di casta, di consorteria, di amicizia…
perché, in ultima analisi, beh..che dire..si sa...il male è diffuso,
l’imbecillità che si riveste di supponenza e savoir faire pur'essa è diffusa
non è stato trovato l’antidoto,
è un fatto strutturale, endogeno
quintessenza del nostro sistema relazionale.
In conclusione, io che mi firmo florenskij,
mi rivolgo direttamente a te
facendoti una dura e terribile reprimenda,
a te che sei costitutivamente incapace,
che hai dimostrato tangibilmente di non essere in grado di gestire un bel niente,
a te che sei primariamente un uomo,
orbene, se sei vero uomo…
dimettiti,
abbi questa impennata di orgoglio,
la compiacenza, il buon senso di toglierti di mezzo,
fai posto, largo, anche ai giovani perchè no, o ad un altro,
non riempire più di miasmi mefitici l’aria,
non insozzare i luoghi, a noi cari
dove un tempo passarono i nostri padri.
Non sono la spazzatura, la malasanità etc etc , le emergenze dell’oggi, questi sono falsi problemi.
La tua mediocrità è il vero problema.
La mediocrità che è diventata il sistema autoreggente del sistema.
La rappresentazione è il teatrino,
mai nome fu più azzeccato,
in cui tutto si è semplificato al punto che la politica è diventata un mero gioco di specchi nel quale tutte le entità sono omologhe.
C’è il puparo, ci sono le marionette e ognuno recita la sua parte a braccio,
sapendo che nel coro, la sua voce si perde e tutto quello che fa e che dice viene giustificato, compreso, capito...una pacca sulle spalle e via..basta che non lo fai più..
Protetti, ci si sente protetti...al sicuro, mentre fuori soffia il vento e la gente intanto s'incazza.
ebbene si siamo in emergenza rifiuti in Campania..nel mondo..essa ci sommergerà..
Siamo in piena emergenza, che monta da ogni dove …
nell'incapacità di definire quanto accade, per calcolo premeditato, per cattiva coscienza.
Davanti a questo sfacelo,
si faccia almeno silenzio,
spenta la parola,
spenta la tv,
senza più suoni in forma di parole vuote, se non legittimate dai fatti.
Questi accadimenti, sempre in silenzio, armati di pazienza ed umiltà, svisceriamoli per sentire cosa comunicano, cosa esigono.....
esigono solamente una buona amministrazione,
trasmettono una voglia di normalità che cresce anche e soprattutto nell'affanno dei giorni,
che non può e non deve essere normalizzazione imposta dall'alto, nulla che sia riferibile a leggi speciali, che discenda dal finto decisionismo aprospettico, dall’esuberanza di chi è e si sente speciale.
De/mitizziamo i superman, i salvatori della patria, che risolvono tutto,
quest’idea malsana, frutto di un incultura dilagante.
Sappiate che ogni cosa è legata, gli errori di ieri si pagano oggi, quelli di oggi si pagheranno domani, bisogna prevedere, anticipare i tempi, cavalcare la tigre.
Non ci si riempia più la bocca col dire senso dello stato, perchè senso delle stato è anche farsi da parte quando si è sbagliato, è rivestirsi di umiltà, di spirito di servizio, è chiedere aiuto, è dipendenza, è debolezza, è assenso, amore…donazione, solidarietà, ed altro ancora,
penso a De Gasperi alle sue lettere rivolte alla moglie, in esse si parla di sacrifici, di amore per la famiglia, per la patria, dov'è oggi questo senso del sacrificio, questo amore,
è rivolto verso le ballerine dei varietà ..forse...
Ci si rivesta di legittimità nell'azione,
per effetto del consenso avuto ma soprattutto per l’impegno a dare risposte di senso.
Ostinarsi ad avallare l'ipotesi che per alcuni, tutto è legittimo, vuol dire affermare che l’errore e l’orrore sono prassi quotidiana e ciò è un atto criminale, il peggiore perché antepone l’io agli interessi della collettività.
E’ l’inizio della fine.

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