28 gennaio 2009

Sull'erranza urbana.

S'agita sulla strada
una folla d'ignoti passanti:
ma nessuno mi guarda,
nessuno mi chiede
di me,
del mio pianto,
di tutto il pianto che fu versato.

Oggi io cammino
senza piangere più
e non m'importa, non m'importa
che l'anima non abbia nulla di suo,
nemmeno più il dolore:
oggi tutta la vita
mi pulsa nel palmo d'una mano,
mi trema in cima alle dita. (A. Pozzi)

13 gennaio 2009

DESTARSI


D’improvviso…
In una sospensione del tempo
sul limitare d’una voragine infinita,
compresi che la mia vita era stata
come rosicchiata dalle cose,
dalle situazioni,
altro da me,
non possedevo più nulla,
tranne il mio corpo, o quel che restava…
quale dolore…
mi prese e
mi sconvolse..
Chiesi a me stesso:
ho vissuto veramente,
assaporato,
avvertito
la ricchezza della vita
o essa è scorsa via
come sabbia
d’un soffio
tra le mani..
Fermo (con la testa fra le mani):
Cos’è stata questa corsa irruenta
verso l’indistinzione delle marine,
verso il nulla della mia anima svuotata,
perché non ho impresso una svolta al vivere,
per ri/comprendermi..
riconquistare la gioia nella libertà di vivere,
di sentire finalmente vibrare le corde di eros,
dell’anima satura di amore,
e finalmente respirare comunionalmente,
fondermi al cielo,
al respiro del mondo
in un afflato cosmico,
unirmi al corpo mistico d’amore
amore/ follia,
donazione assoluta,
amore / tutto
che senza soste chiede vita,
e la chiede
per i mille sguardi non dati,
per le mille attenzioni negate,
per il vuoto delle parole non dette
perchè è lì,
nella desolazione apparente di un assenza,
nel deserto lacerante dell’anima,
che brilla come grazia ineffabile,
la luce di Dio.

09 gennaio 2009

A PINO

Ti ritrovo
in quello sguardo diretto
che sottolinea,
delimita le cose,
le misura in un silenzio indagatore..
Ti ritrovo
nelle fughe solitarie,
in quella libertà che serve
per definire il tuo spazio vitale,
difenderlo con tutte le forze..
Ti ritrovo,
nella continua ricerca di senso
piena di quella legittimità
data dal saper fare..
Ti ritrovo
nella sottile ironia
che si fa parola,
gesto,
fisica interpretazione,
ricerca continua di complicità.
Caro, lievi ti siano i passi in questo cammino,
anima gentile
piena dell'eredità di tuo padre
che ti guarda da lassù,
della forza dei tuoi figli,
di tua moglie,
di tutti noi
che ti amiamo.

08 gennaio 2009

Nella modernità
ci siamo dimenticati del corpo
ce ne ricordiamo nel momento positivo della seduzione
e nel momento negativo della malattia.
Il volto rappresenta il corpo compiutamente,
il volto è la coscienza del suo sguardo.