12 dicembre 2007

HUMUS


Fino all'avvento dell'industrialismo e della mentalità tecnomorfa -che cioè ricalca il mondo della tecnica- la vita umana era permeata di senso del sacro. I razionalisti discriminano il sacro quale via di fuga approntata dall'umanità ingenua per spiegare ciò che un tempo era inspiegabile: la potenza delle forze naturali. Ci raccontano cioè, che l'umanità era ignorante e superstiziosa fino all’arrivo di Bacone, Galilei e Cartesio portatori della "illuminazione" e della "misurabilità" del vivente. Non meno riduttiva è la spiegazione del sacro come "proiezione" della necessità di amalgama sociale. Perlomeno, riconoscendo almeno la funzionalità del sacro, si dimostra come sia impossibile liquidare le manifestazioni delle antiche culture dell'umanità come semplici "infantilismi storici". In realtà, la dimensione sacra è quella che, riconoscendo in tutte le manifestazioni della vita un'intima coerenza complessiva (l'armonia aristotelica della potenza in atto: entelechia), costituisce l'humus vitale per ogni popolo, assicura il rispetto dell'equilibrio ecologico e, di conseguenza, la sopravvivenza della specie in quanto parte della natura tutta. Questo significa che, ai nostri occhi, la dimensione sacra è la dimensione reale della vita e che la sua progressiva estirpazione, definibile weberianamente come disincanto, costituisce una secca sconfitta per l'intelligenza umana.

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