21 dicembre 2007

E' TEMPO DI NATALE





Son le città ammantate di luminarie ed i negozi addobbati a festa.
Le nostre case si son presto riempite d'alberi pieni di palline colorate,
si intravedono anche presepi..
"io ce l’ho indiano",
"io napoletano",
"e io….. io non ce l’ho….. poco male..
…….anzi, fa niente, vuol dire che quest'anno mi faccio il cellulare nuovo.
.".
La televisione, nostra signora del buon consiglio, lancia sdolcinati messaggi che invitano a comprare… comprare… sempre comprare..
l’aria è frizzante, anche perchè c'è freddo…yuhuuh!!!
ed una prima considerazione va fatta: "sotto le feste ci si vuole tutti più bene, un mondo di bene..!!"
e il cuore si scalda..
Abbiamo anche, pensate, ( è un optional che non hanno tutti)
sotto casa o sul sagrato della nostra chiesa, un poverello, il nostro personale lasciapassare verso la santità, al quale elemosiniamo, perché è Natale e ci si sente più buoni, un po’ del nostro denaro, il tempo, no, è chiedere troppo, quello ci serve per fare compere, Prodighi d'Amore, proviamo tenerezza al vedere la nostra piccola mano piena di superfluo denaro, donare se stessa e toccare, sfiorare appena il cuore dell’altro, un brivido ci corre per la schiena e scrutiamo l’aria alla ricerca di qualcuno che possa condividere con noi un momento così divino, partecipiamo alla creazione dell’uomo, in prima persona, senza infingimenti, comprendiamo la visione Michelangiolesca, quella delle dita che si toccano, la coscienza rinasce… straripa, ebbra di bontà e di sé stessa, fa pendant con il tripudio di colori sfavillanti, con lo sfarzo delle nostre opulenti città.
E’ un fiorire di allegria artefatta, che infervora i cuori, la città sale… morsa dall’estro natalizio.

“l’amore è più esigente, infinitamente più esigente”

E’ TEMPO DI NATALE.

In città uguali, in altri luoghi, al di là delle luminarie, in angoli oscuri della terra, in questo stesso natale ci sono gli ultimi, i dimenticati, gli emarginati, che non hanno luci colorate, non hanno presepi né alberi di natale, non hanno case calde ed accoglienti.
Quelle stesse case in cui tu stai al caldo, riparato dal freddo invernale, con i lucciconi agli occhi per la poesia di natale che tuo figlio ti ha recitato.
Nella città degli ultimi si muore di fame, i bambini, come il tuo, sono malnutriti, derubati della loro infanzia, muoiono, senza che la nostra ipocrita società abbia un ripensamento, in questo tempo di natale, uno scossone che la risvegli dal torpore, in cui è caduta, vittima della folle corsa verso il nulla.
Oggi, come ieri e come sempre è nella miseria più nera,
quella che annienta l’uomo e la sua dignità,
quella che ne deturpa il volto e il corpo,
quella che lo crocifigge,
che nasce Gesù, figlio del Dio degli ultimi, dei diseredati, nelle mangiatoie delle favelas, nelle discariche africane, nelle periferie abbandonate, nei lebbrosari, negli ospedali, là dove l’uomo soffre, là risiede la speranza.
Le aride funzioni liturgiche, aride perché è freddo il cuore delle comunità possono trovare forza dall’entusiasmo carico di speranza dei nostri fratelli abbandonati che adorano per noi l’unico Dio, evocando lo spirito che tutti ci plasma e unisce.
La salvezza del mondo è tutta in chi cammina con Cristo sofferente, nelle sue mani, nelle nostre mani, carissimi,
"dobbiamo farci carico del fratello che soffre".
Noi, figli di un economia predatrice, dobbiamo riscattare il dolore che abbiamo arrecato al mondo con il nostro egoismo.
Solo così, da sepolcri imbiancati, quali siamo, diventeremo autentici figli del padre che ci ha creato, solidalmente uniti alla terra.

E' TEMPO DI NATALE

Col cuore contrito in un mea culpa liberatorio, celebriamo nel segreto, la nostra intima unione con il mistero che tutti ci chiama, che tutti ci abbraccia e rinnoviamo il canto d’amore, fuori dagli schemi, dalle convenzioni, perchè è Gesù il vero Salvatore, colui che libera.
Auguri di un felice e sereno Natale a tutti voi.

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