02 giugno 2009

Spadafora risorge..

Cari Concittadini,
ci troviamo di fronte ad un alternativa:
limitarsi, più o meno consapevolmente, ad amministrare le cose,
lasciandole così come vengono trovate;
oppure impegnarsi in un percorso di trasformazione dell’esistente,
di innovazione civile oltreché istituzionale,
di modernizzazione nelle strutture e nella mentalità.
L’impegno per il cambiamento, spesso sbandierato,
finora è stato una mera affermazione rituale e retorica
perché ha sottovalutato la forza della resistenza inerziale,
passiva, e l’attitudine conservatrice che non si esprime attraverso l’esplicita e dichiarata opposizione ma tramite i mille rivoli delle complicazioni burocratiche, delle tentazioni puntualmente compromissorie,
della lenta azione erosiva con la quale un atavico scetticismo
corrode la volontà di innovare.
Su questa sponda naufraga la piccola politica.

Grande politica
è invece quella che,
mettendo in preventivo gli ostacoli,
schiera in campo energie ulteriori,
dotandosi della capacità di sferzare il senso comune
verso la percezione che le innovazioni sono a portata di mano.
Qui si deve incrociare la precisione dell’intervento tecnico
con la profondità di una visione di ampia portata e di lunga durata:
il Progetto, la vocazione ad amministrare “per progetti” consiste nella instancabile azione di raccordo tra rapidità nel decidere ogni singolo problema e l’abilità a mantenere la visione dell’insieme, mettere e mantenere tutto in movimento.
Allora il programma viene efficacemente calato nella produzione amministrativa e la politica si incarna nel dinamismo delle scelte:
la percezione del cambiamento diventa fatto quotidiano nella vita dei cittadini,
e Spadafora risorge....

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