16 maggio 2008

APPUNTI DI EROTICA DELLO SPAZIO

L’Artista- architetto dispiega tutto il suo ingegno alla ricerca di uno spazio che assomigli alla “Chora Platonica”, un luogo neutro, che possa essere riempito dalle forme tratte dal repertorio della sua memoria personale e da quello della memoria collettiva.
Questo sito è ou-topos, è il non luogo dell’utopia.
Oltre l’utopia c’è lo Scaling, in cui il luogo è a-topico, esso non viene sublimato come nel sogno utopico (sogno del sito originario), ma viene piuttosto attraversato da una forza che rende visibili le differenze che lo abitano, trasforma le cose che vi sono depositate negli elementi di una tensione conoscitiva.
Come dice esemplarmente Simone Weil, “Bisogna essere radicati nell’assenza di luogo.”
Le radici gnoseologiche del progetto fanno riferimento ad una realtà possibile, liminare, interstiziale, data dalla fluttuazione “erotica” tra opposti, (maschio-femmina, luce-ombra, orizzontale-verticale, etc..).
L’immaginazione attivata dal contatto fa dell’essere diviso un unità de-situata e a-topica, in quanto la sua essenza sta sempre nella dualità.
Progettare, nel senso impresso alle cose del mondo, significa costruire il luogo di questa differenza, perché ciò che è solo possibile diventi reale.
Nella strutturazione della realtà attivare la facoltà di creare somiglianze fra oggetti che sono del tutto indipendenti, differenti e diversi, e connettere a unità ciò che più è molteplice, differente, lo spirito combinatorio.
Lo spirito combinatorio finalizzato alla crescita spirituale del singolo fruitore, determina l’interesse concettuale volto alla definizione-costruzione di cellule simboliche.
Cellule simboliche come loci mnemonici, concepite come unità nella diversità, armonie dissonanti, in quanto costituite da elementi singolarmente riconoscibili oltre la con-fusione del sistema di riferimento.
Spazi della memoria come apertura alle possibilità narrative dei luoghi.
Spazi emblematici.
Congiunzioni esaltanti, in cui gli oggetti parlanti, risonanti e le muse riecheggino l’impossibilità dell’ uomo / maschera di riscattarsi nel teatro tragico dell’esistenza.
Comporre oggi vuol dire affondare le mani nelle discariche formali, alla ricerca di oggetti residuali, di ciò che è rimasto della conoscenza come frutto di una deriva culturale.

1 commento: