17 ottobre 2012

LA VITA BUONA



Uno dei problemi più acuti dell'oggi 
è costituito dalle difficili condizioni del convenire, 
nell'assenza di una genuina etica della comunicazione.
Nella dissolvenza di tale etica, 
diventa un impresa disperata ogni comune progettazione 
della forma del vivere bene in comunione. 
Senza un riferimento forte al "bene comune" 
la politica rischia di degradarsi a lotta di tutti contro tutti, 
di tramutarsi in pura sopraffazione.
Occorre cercare di riannodare i fili
di una purificazione rigenerante della politica sul terreno dell'etica, 
combattendo strenuamente
l'eclissi contemporanea del senso della verità.

Si può dire e fare tutto e il contrario di tutto, impunemente...

La vita buona in comune, 
nell'ambito di istituzioni giuste,
non costituisce un lusso 
ma una componente necessaria di essa.
Se noi non volessimo, 
come d'altronde facciamo correntemente, 
prender parte ad alcuna decisione politica, 
già avremmo preso la decisione più nevralgica: 
cioè quella di lasciare ogni guida ed orientamento 
nelle mani delle minoranze governanti al presente,
lasciandoci sospingere e condurre innanzi.
Solo questo ragionamento può consentirci
di riscoprire la necessità 
e la verità della politica, 
come dell'etica: 
mostrare l'interna aporia di coloro che, 
respingendo a parole ogni impegno, 
ed io sono uno di questi, 
assumono di subire
una politica ed un'etica 
della peggior specie: 
quelle della passività e dell'acquiescenza.

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