“Sui cespugli tipografici costituiti dal poema, su una strada che non porta né fuori dalle cose né verso la mente, certi frutti sono formati da una agglomerazione di sfere che una goccia di inchiostro riempie.” Ponge.
Un sottile e leggero tocco d’introspezione, mentre il respiro del mondo è ricondotto a livelli di profondità maggiore, e le cose acquistano una loro pregnanza.
Come linea ondulata assecondare il cammino, stabilendosi lungo i percorsi involontari ed estremi dell’espressione libera e poetica non riconducibile alle emergenze artefatte dell' arte assiomatica.
Riuscire a scarnificare le cose per ricercarne il senso profondo.
La poesia dei luoghi e dei volti, la vitalità del pneuma che sconvolge, che fa vibrare il mondo,
la letteratura che promana dalla realtà, sia essa vera o virtuale, trascritta secondo un codice non autoreferenziale.
Un foglio neutro bagnato dai sussulti della vita che si dipana a partire dall’es.
Non resta che salvare il viaggio, come dispersione del senso, come ricostruzione a partire dall’evento creativo di una condivisa esperienza esistenziale.
03 giugno 2008
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