Ti sei accorto di come tutto si sia richiuso in forme sempre più lontane dalla realtà, gli stessi linguaggi sono sempre più privi di radicamento, di contenuti, svuotati di ogni vero legame con l'esserci, tutto è funzionale ad un potere fine a se stesso, specchio del degrado che stiamo vivendo, dell'idiotizzazione delle masse perseguita pervicacemente, contributo più eclatante, alla rovina prossima ventura della nostra civiltà.
Mi chiedo: Come si può ricostruire da
queste macerie, un presente condiviso.
Ed ancora: É possibile farlo?
bisognerà
capire chi siamo,
ma soprattutto, cosa siamo diventati.
ma soprattutto, cosa siamo diventati.
E' sotto gli occhi di tutti,
il livello di degenerazione della
nostra classe dirigente,
sempre più abbarbicata agli scranni,
dedita unicamente a trovare escamotage tecnici, per fottere e
fottersi nuovamente, nulla di nuovo sotto il sole, solo profittare
degli esigui spazi di consenso, per una sempre più marcata
disaffezione della gente e costruirsi una rendita di posizione per
farla pesare, quando ci sarà da spartirsi quel che resta di questa
martoriata terra.
Ectoplasmi, ecco cosa
sono...
cosa siamo....
mi specchio, in questi giorni,
nei manifesti che riempiono le strade
e vedo null'altro che vuoti a perdere,
vedo me stesso,
la mia inettitudine,
il mio atavico isolamento,
il mio essere "isola nell'isola",
correo di questo declino umano,
sociale, spirituale.
In questo tempo presente,
non si elabora,
non si discute,
solo slogan,
simboli vuoti di un potere senza idee,
i nomi cambiano, senza nessun
predicato,
niente....che riempia questo vuoto...
solo autoreferenzialità a go' go' di
candidati ridotti a maschere,
artefatte da chili di cerone, dal
colorante per capelli, in un finto giovanilismo da “La morte ti fa bella”, per affermare sempre e comunque il dominio della finzione
sulla realtà, della materia sullo spirito; questa deriva è
umanamente condivisa dai sodali, che per convenienza, creano le
premesse per affermarsi sempre e comunque, ineluttabili come la
morte del pensiero...masse informi di dominati come millepiedi
striscianti gravitano nei palcoscenici maleodoranti di questa
pantomima di realtà che è diventata la politica praticata.
Chi siamo:
1 - Pietro Barcellona, filosofo del
diritto, Catanese, si staglia come voce fuori dal coro, da tanto
tempo ormai, e non teme confronti, figlio di questa terra, sin dai
tempi di “Politica e passione”, “Individuo e
Comunità"".........etc etc, ha fornito strumenti di
elaborazione concettuale che sono stati tanto più fondamentali
quanto più sono stati passati sotto silenzio.
Il suo recente avvicinamento a Dio, ha
dato ulteriore profondità e spessore alle sue argomentazioni, ne
abbiamo un piccolo saggio nello scritto ” Se l'Europa senza Dio si consegna ai tecnici”, che si inserisce a pieno titolo nella
tradizione di contributi che si pongono criticamente in contrasto con
chi in amore di un non ben identificato progressismo, ritiene
ciarpame tutto ciò che fa riferimento alle identità. (continua)
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