Proviamo a immaginare l'anima mundi
non già come una divina
e remota emanazione dello spirito
che sta al di sopra del mondo e lo circonda,
un regno trascendente di potenze,
archetipi e principi;
e neppure come panpsichico principio vitale unificatore,
immanente nel mondo materiale.
No, proviamo a immaginare l'anima mundi
come quella particolare scintilla d'anima,
quella immagine germinale,
che si offre in trasparenza in ogni cosa nella sua forma visibile.
Allora anima mundi indica la possibilità di animazione
offerte da ciascun evento per come è,
il suo presentarsi sensuoso come volto
che rivela la propria immagine interiore:
insomma, la disponibilità di ciascun evento
a essere oggetto dell'immaginazione,
la sua presenza come realtà psichica.
Non solo animali e piante infusi d'anima,
come nella visione dei romantici,
ma l'anima data con tutte le cose,
le cose della natura, date da Dio,
e le cose della strada,
fatte dall'uomo.
Il mondo esiste in forme, colori, atmosfere, qualità tattili:
un ostensione di cose che si autorappresentano.
Tutte le cose mostrano un volto,
il mondo essendo non solo un insieme di segni in codice
di cui decifrare il significato,
ma una fisionomia da guardare in faccia.
In quanto forme espressive, le cose parlano;
mostrano nella forma lo stato in cui sono.
Si annunciano,
testimoniano della propria presenza:
"Guardate, siamo qui".
E ci guardano, indipendentemente da come le guardiamo noi,
dalla nostra prospettiva,
da ciò che vogliamo fare di esse e da come di esse disponiamo.
Questa immaginativa richiesta di attenzione
è il segno di un mondo infuso di anima.
Non solo:
a sua volta, il nostro riconoscimento immaginativo,
l'atto fanciullesco di immaginare il mondo,
anima il mondo e lo restituisce all'anima. ( James Hillman)
Nessun commento:
Posta un commento