“Dobbiamo riconoscere
come degne di fiducia solo le idee che comportano l'idea che il reale
resiste all'idea.”(E. Morin)
Questa estate, mi sono dato alle letture mirate ed avendo pure voglia di volare alto, in primis, mi son letto:
“I sette saperi necessari all'educazione del futuro” di Edgar Morin, in cui si tratta ampiamente delle degenerazioni della cultura tecnocratica.
Mi sono convinto che è la degenerazione del nostro sistema di pensiero, per come è stato frammentato nella congerie di specializzazioni e di riduzioni, che ci sta portando in braghe di tela.
Abbiamo svenduto al finto progresso delle IA, il nostro retaggio culturale fondato sulla centralità dell'uomo planetario e sulla riflessione multidimensionale e multidisciplinare.
Questo testo di divulgazione fa da corollario al Metodo Moraniano sviluppato in ponderosi tomi, ed è stato scritto a beneficio di coloro che hanno ancora sete di "conoscenza della conoscenza" ed amano addentrarsi nelle problematiche di ordine teoretico ed epistemologico, nella convinzione che per risolvere i problemi epocali occorra un pensiero che pensi se stesso non come entità irrelata ma integrato alla complessità del vivente.
Ecco, quanto ho desunto, con la speranza che vogliate abbeverarvi direttamente alla fonte.
Mi sono convinto che è la degenerazione del nostro sistema di pensiero, per come è stato frammentato nella congerie di specializzazioni e di riduzioni, che ci sta portando in braghe di tela.
Abbiamo svenduto al finto progresso delle IA, il nostro retaggio culturale fondato sulla centralità dell'uomo planetario e sulla riflessione multidimensionale e multidisciplinare.
Questo testo di divulgazione fa da corollario al Metodo Moraniano sviluppato in ponderosi tomi, ed è stato scritto a beneficio di coloro che hanno ancora sete di "conoscenza della conoscenza" ed amano addentrarsi nelle problematiche di ordine teoretico ed epistemologico, nella convinzione che per risolvere i problemi epocali occorra un pensiero che pensi se stesso non come entità irrelata ma integrato alla complessità del vivente.
Ecco, quanto ho desunto, con la speranza che vogliate abbeverarvi direttamente alla fonte.
Il pensiero dominante, tecnocratico, applica alle
complessità viventi e umane la logica meccanica e determinista delle
macchine artificiali, ciò lo porta naturalmente ad
escludere tutto quello che non è quantificabile e misurabile,
eliminando tutto ciò che rende umano l'umano e cioè le passioni, le
emozioni, i dolori, le gioie.
La politica.
La politica.
Allo stesso modo, l'applicazione di
questo principio di riduzione tende ad occultare, obbedendo al
paradigma determinista, il rischio, il nuovo, l'invenzione.
La nostra educazione, per come è stata
orientata, non implica perchè, in essa, ci è stato insegnato a separare,
compartimentare, isolare e non a legare le conoscenze, facendo
diventare invisibili i contesti, le complessità, le interazioni tra
le diverse discipline.
D'un tratto, ecco il risultato, ma c'è
voluto del tempo ed una grande determinazione, i grandi problemi
umani sono scomparsi a vantaggio dei problemi tecnici particolari,
che sono rimasti tali, perchè è impossibile risolverli senza avere
un quadro d'unione.
L'incapacità di organizzare il sapere
compartimentato ha portato all'atrofia della disposizione mentale
naturale a contestualizzare e a globalizzare.
Purtroppo, viviamo sotto il dominio
dell'intelligenza parcellare, meccanicista, disgiuntiva,
riduzionista, che spezza il complesso del mondo in frammenti,
fraziona i problemi, unidimensionalizza il multidimensionale.
E' un intelligenza miope che finisce per
essere cieca, perchè distrugge sul nascere la possibilità di
comprensione e di riflessione, riduce le possibilità di un giudizio
correttivo, di una prospettiva a lungo raggio.
Così, più i problemi diventano
multidimensionali, più si è incapaci di pensare la loro
multidimensionalità; più progredisce la crisi, più progredisce
l'incapacità a pensare la crisi; più i problemi diventano
planetari, più diventano impensati.
Incapace di considerare il contesto e
il complesso planetario, l'intelligenza cieca rende incoscienti e
irresponsabili.
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