13 gennaio 2009

DESTARSI


D’improvviso…
In una sospensione del tempo
sul limitare d’una voragine infinita,
compresi che la mia vita era stata
come rosicchiata dalle cose,
dalle situazioni,
altro da me,
non possedevo più nulla,
tranne il mio corpo, o quel che restava…
quale dolore…
mi prese e
mi sconvolse..
Chiesi a me stesso:
ho vissuto veramente,
assaporato,
avvertito
la ricchezza della vita
o essa è scorsa via
come sabbia
d’un soffio
tra le mani..
Fermo (con la testa fra le mani):
Cos’è stata questa corsa irruenta
verso l’indistinzione delle marine,
verso il nulla della mia anima svuotata,
perché non ho impresso una svolta al vivere,
per ri/comprendermi..
riconquistare la gioia nella libertà di vivere,
di sentire finalmente vibrare le corde di eros,
dell’anima satura di amore,
e finalmente respirare comunionalmente,
fondermi al cielo,
al respiro del mondo
in un afflato cosmico,
unirmi al corpo mistico d’amore
amore/ follia,
donazione assoluta,
amore / tutto
che senza soste chiede vita,
e la chiede
per i mille sguardi non dati,
per le mille attenzioni negate,
per il vuoto delle parole non dette
perchè è lì,
nella desolazione apparente di un assenza,
nel deserto lacerante dell’anima,
che brilla come grazia ineffabile,
la luce di Dio.

Nessun commento:

Posta un commento