È convivenza plurima di luoghi, cose, persone che nell’intreccio sostanziano l’esserci.
Sovraccarica di senso essa si dà nella sensualità dei suoi ambiti, nell’affannata ricerca dell’ombra - acquatica che come scroscio accompagna il nostro cammino, reminiscenza di un oriente somatizzato, diventato essenza del vivere comune.
Spero in una Sicilia come ricettacolo di tradizioni che convivono e si nutrono di una rinnovata energia.
Frutto non di espedienti ma di una coscientizzazione collettiva che recuperi all’oggi le forme e i luoghi dell’immaginale, attraverso la costruzione di una geografia sacra, perpetuantesi nell’intreccio, nel calembour di segni, sostanza decorativa del mondo.
22 aprile 2008
SICILIA
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